Crowdsourcing: la nuova democrazia
Vuoi mettere la soddisfazione di poter affermare con naturalezza, ricevendo in casa un amico e di fronte alle sue esclamazioni di stupore e meraviglia: “il mio bagno l’ha progettato un architetto australiano!”
Se ti serve un progetto o anche solo un’idea di progetto per la tua cucina, la tua camera da letto o il tuo ufficio, lanci un contest, ossia una gara, metti in palio un premio (in media si parla di € 50,00 per il progetto di una stanza fino ad € 500,00 per un appartamento) e ricevi gratuitamente i progetti da architetti e progettisti di tutto il mondo.
Una volta chiusa la gara scegli il progetto preferito, consegni il premio e procedi poi con la realizzazione. Il tutto senza muoverti da casa. Ovviamente, con il progetto in mano e in caso l’architetto sia geograficamente lontano, potrai avvalerti del suo aiuto nel ricercare collaboratori in zona oppure affidarti a chi già conosci per la realizzazione.
È questa l’ultima idea di crowdsourcing italiana al 100%: “un marketplace che aggrega persone che hanno bisogno di progetti d’interni per la loro casa, ufficio ecc., con architetti di tutto il mondo”. Così lo definisce uno dei due fratelli Schiano, i fondatori dell’interessante startup italiana “Co-contest” nata circa 6 mesi fa.
Si tratta di un bell’esempio dell’ennesima, spettacolare opportunità offerta dalla Rete per le aziende, grandi e piccole: il crowdsourcing, un nuovo genere di democrazia per il business.
Crowdsourcing (un neologismo coniato da Jeff Howe, famoso giornasta di Wired, qualche anno fa, derivante dalla somma dei termini inglesi Crowd+Source+Outsourcing) indica un contributo attivo richiesto dalle aziende al popolo della Rete al fine di sviluppare un progetto o migliorare un settore aziendale. Le persone hanno la possibilità di far convergere le loro intelligenze ed idee grazie ad una piattaforma web. La base di partecipazione ad un progetto in crowdsourcing è totalmente volontaria e può essere ovviamente stimolata da un concorso o dall’obiettivo di aumentare la propria brand reputation su internet. Ci sono tutti gli ingredienti di quella che è la democrazia.
La partecipazione dal basso e la cooperazione fra contributori, mirata allo sviluppo completo di un’idea, è quella che il filosofo contemporaneo francese Levy definisce intelligenza collettiva.
Troviamo nell’idea di crowdsourcing elementi del blog, del social, del forum, della chat, del Wiki, non fini a se stessi bensì mirati ad un obiettivo partecipativo comune, che può essere un progetto, un design, un’immagine e quant’altro la mente umana possa elaborare.
Perché non chiedere ai tuoi clienti e collaboratori di darti quello spunto in più, quell’idea in più che magari per loro è banale e che a te non è mai venuta in mente? Oppure di aiutarti a costruire contenuti interessati? O di creare un logo realmente incisivo per la tua azienda? Oppure magari il design per una campagna offline o la tua brochure? E cosa ne dite di aprire un contest per le foto più belle legate alla nostra struttura o al nostro settore merceologico? In palio visibilità sul nostro sito, un premio in denaro, una vacanza…
La mole di idee e progetti generabili da una rete di milioni di persone sono davvero potenti, infinite e inimmaginabili: provate per credere! E se hai bisogno di una mano per sviluppare la vostra idea di crowdsourcing l’esperienza degli esperti di comunicazione Infotel è a tua disposizione.
Alcuni link per approfondire l’argomento:
Toweb
Wikipedia: Lèvy e l’intelligenza collettiva
Co-Contest