E-commerce: i dati in Italia
L’e-commerce, acronimo di electronic commerce, ha fatto il suo esordio in società intorno agli anni ‘90. E da quel momento si è insidiato sempre di più in numerosi settori, determinandone un considerevole successo. Questo successo ha comportato però anche importanti cambiamenti, prime fra tutti, nuove modalità di acquisto e vendita, nuove necessità di regolamentazione, nuovi soggetti protagonisti del mercato e tanto altro.
Si potrebbe descrivere l’e-commerce come l’equivalente virtuale degli stessi negozi, megastore o mercatini che potremmo trovare tra le vie della nostra città, ma sarebbe alquanto riduttivo. L’e-commerce, come già accennato, porta con sé dinamiche nuove: dalla possibilità di acquistare comodamente da casa, alla semplicità di confronto del prezzo e delle caratteristiche, fino alla maggiore disponibilità di numerose opzioni in un unico posto “virtuale”. E così, anche per chi vende le dinamiche cambiano.
Attraverso il report “E-commerce in Italia 2019”, realizzato dalla Casaleggio Associati e il market insight “Digital B2b: stato e prospettive” (Osservatorio.net) è possibile avere due solide basi di dati relative al fenomeno dell’e-commerce.
I CMS più utilizzati
Le imprese oggi si propongono al pubblico attraverso diverse piattaforme, con lo scopo di ampliare il proprio bacino di clienti e aumentare le vendite. La selezione del software che permetta all’impresa di creare e gestire il negozio online diviene perciò una scelta aziendale decisiva.
I dati di “Build With” parlano chiaro: le piattaforme e-commerce più utilizzate, a fine 2019, sono Zen Cart con un 23%, PrestaShop con un 17%, e infine un 15%, attribuito all’impiego di WooCommerce Checkout. Rimane invece basso l’utilizzo di Shopify (3%).
Ma andiamo a vedere ora i dati più da vicino riguardanti l’e-commerce B2c e B2b.
E-commerce B2C in Italia
Focalizzandoci sull’e-commerce B2c, ossia le transazioni tra le aziende e i singoli soggetti che acquistano online, notiamo come il settore abbia registrato, nel 2018, una crescita del suo fatturato.
Infatti, in linea con la base di dati precedentemente citata, il fatturato totale dell’anno 2019 corrisponde a 41,5 miliardi di euro, determinando un incremento del 18% rispetto all’anno 2017.
Le tecnologie più impiegate, nel commercio online per il settore B2C sono principalmente piattaforme ad hoc (43%), Magento (28%) e Prestashop (12%).
I settori che continuano ad accaparrarsi le porzioni maggioritarie del mercato e-commerce B2C sono il tempo libero, che conquista il 41,3% soprattutto mediante il gioco online, segue il turismo con il 28% e il 14,5% dei centri commerciali, con un buon aumento rispetto all’anno precedente. Rimangono in secondo piano, ma comunque ben presenti settori come casa e arredamento o salute e bellezza.
Nel 2018 Le aziende che si collocano nel registro delle imprese nel settore “Commercio al dettaglio di ogni prodotto effettuato su Internet” arrivano a 20.100 (di cui attive 19.026). Con un incremento nel settore del 11,73%.
In merito agli investimenti a breve termine, le imprese con e-commerce prevedono di destinare il 36% di questi in marketing e promozione, segue un 22% impiegato in user experience e tecnologia, a sottolineare l’importanza dell’esperienza d’acquisto e di navigazione dell’utente online. In calo investimenti in marketing automation passando dal 7% al 3%.
Dando uno sguardo più ravvicinato agli investimenti nel settore marketing, troviamo un podio abbastanza equilibrato composto da SEM (19%), social media (18%) e SEO (17%). Decresce il budget destinato all’email marketing del 2% rispetto all’anno 2018.
E-commerce B2B in Italia
Se l’e-commerce viene spesso associato prima di tutto al mercato B2C, sarebbe un errore eliminare dalla discussione il mondo B2B. Sia lato cliente, sia lato venditore, l’e-commerce mostra notevoli vantaggi e opportunità anche per le organizzazioni B2B, anche in questo caso portando nuove dinamiche di mercato.
Secondo i dati di “Digital B2b: stato e prospettive” (Osservatorio.net), il commercio online B2B italiano è composto da 5 milioni di imprese, di cui il 95% di piccolissime dimensioni che controllano il 66% del totale del fatturato dell’e-commerce B2B, impiegando l’81% degli addetti.
Inoltre, nel dettaglio, il valore totale dell’e-commerce B2B, viene coperto per un 51% da tre settori principali: quello automobilistico automobilistico (25%), farmaceutico (6%) e di largo consumo (20%).
Dato da tenere in considerazione è anche quello sulla crescita del commercio elettronico B2B nell’anno 2018 che è stato del 7% rispetto all’anno precedente e dell’80% rispetto al 2012.
Da rimarcare inoltre che l’e-commerce B2B verso l’estero incide per il 26% sul totale del fatturato B2B generato dalle imprese italiane.
Per comprendere meglio questi dati, è importante precisare che nel B2B si sono inclusi EDI, Extranet, Marketplace e Piattaforme Cloud.
L’EDI, tecnologia utilizzata per lo scambio di documenti amministrativi e commerciali tra aziende, ha conosciuto negli ultimi anni una crescita media del 9%, con un incremento del 27% tra l’anno 2017 e 2018. I documenti che vengono più comunemente scambiati sono fatture, ordini e avvisi di spedizione, conferme d’ordine.
L’impiego di questo sistema infatti è piuttosto stabile in settori come quello automobilistico, elettrodomestici e elettronica di consumo e farmaceutico.
L’Extranet, come il precedente, è un software incentrato sullo scambio di dati fra l’impresa e un’altra azienda partner. Sebbene in attività come il settore metalmeccanico venga ancora preferita, scelta spiegata anche dalla mancanza di risorse per acquisire software più funzionali, fra il 2017 e il 2018 si è registrata una discesa in tutti settori del 21%. La ragione principale è che un’Extranet, nella maggior parte dei casi, risulta una tecnologia non in grado di coprire tutte le relazioni fornitore-cliente.
I Marketplace, spazi virtuali dove possono avvenire scambi commerciali fra più acquirenti e più venditori, sono 23 in Italia nel settore B2B e fungono da vetrine online.
La maggioranza dei Marketplace sono multisettore, sfruttati in settori come largo consumo, elettrodomestici e tessile-abbigliamento. Questi sono di norma creazioni di grandi operatori internazionali come Amazon Business o Facebook Inc.
Contrariamente, le uniche opzioni monosettore esistenti sono principalmente italiane e unicamente B2B. Quest’ultime si concentrano nei settori di largo consumo (63%) e tessile-abbigliamento (37%), con l’obiettivo di far conoscere i prodotti locali.
Infine un’altra fetta del mercato B2B è coperta dalle piattaforme Cloud che permettono il collegamento tra utenti. Nel panorama italiano sono 7 (su un totale mondiale di 291). Il loro supporto si concentra nei processi pre-transazione, scambio di documenti e informazioni di tipo strategico. Si utilizzano prevalentemente nel settore farmaceutico, logistica, largo consumo e tessile.
Il mondo dell’e-commerce è quindi qualcosa che va oltre il solo B2C o B2B. È piuttosto una realtà sempre più presente nel contesto odierno e che può riservare grandi opportunità e nuove sfide per le organizzazioni di oggi. L’importante è scegliere la piattaforma giusta, iniziare a pensare a nuove dinamiche di vendita e, di conseguenza, studiare strategie mirate ad adattarsi a tutto questo.